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CERVICALGIA L'ESPERTO RISPONDE

CERVICALGIA: L'ESPERTO RISPONDE - INTERVISTA AL PROF M.NOSEDA

 

CERVICALGIA: L'ESPERTO RISPONDE

DALLA PREVENZIONE ALLA RIABILITAZIONE

 

Intervista sul tema cervicalgia al Prof Massimiliano Noseda, docente universitario, medico specialista in medicina fisica e riabilitazione, specialista in igiene e medicina preventiva, consulente di centri medici, strutture riabilitative, palestre e centri sportivi

 

Cosa è la cervicalgia ?

Il termine cervicalgia significa semplicemente dolore in sede cervicale. La causa di tale sintomo può risiedere sia in una patologia osteo-muscolare, come l’artrosi, una discopatia o il torcicollo, sia in una patologia internistica, come una patologia dentale, delle ghiandole salivari ( es. parotite ), del sistema nervoso periferico ( es. nevralgia del trigemino ), otorinolaringoiatrica ( es. otite, tonsillite, laringite, etc ), respiratoria, digerente, endocrina ( es. tiroidite, gozzo, etc ) o oncologica. L’abbondanza e la varietà di strutture anatomiche collocate nel collo richiedono da parte del medico una conoscenza approfondita della problematica, talvolta di non facile o immediata soluzione, che può richiedere l’interazione tra diversi specialisti e l’esecuzione di esami mirati per giungere ad una diagnosi corretta.

 

Come si manifesta ?

La cervicalgia di natura osteo-muscolare può avere un esordio acuto o cronico. Nel primo caso si manifesta tipicamente in modo improvviso dopo uno sforzo o al mattino al risveglio e il quadro può essere così importante da compromettere sia alcuni movimenti del collo, sia la postura abituale del rachide. Nel secondo caso, invece, la storia clinica è tipicamente caratterizzata da continue riacutizzazioni o remissioni e l’intensità del dolore è spesso più modesta; infatti il sintomo è per di più riferito dal paziente come una sensazione di peso o di tensione. In entrambi i casi, comunque, il dolore è accentuato da colpi di freddo e posture prolungate scorrette mentre è tipicamente attenuato dal riposo e dall’assunzione di farmaci analgesici o miorilassanti.

 

Quali sono i principali fattori di rischio ?

Il sollevamento di carichi pesanti, le posture fisse e prolungate e le posture innaturali protratte nel tempo sono i principali fattori di rischio sia in ambito lavorativo sia in ambito sportivo. Da menzionare è poi sicuramente il classico colpo di frusta, ovvero un trauma automobilistico che causa una brusca iperflessione e una successiva e violenta iperestensione del rachide cervicale, che oltre a poter esitare di per sè in contrattura e dolore può rendere tale distretto anatomico più fragile e, quindi, predisporlo alla recidiva dolorosa nel tempo.

 

Quali sono le principali patologie ortopediche che possono associarsi a cervicalgia ?

Praticamente si è soliti suddividerle in congenite, se già presenti alla nascita, o acquisite, se sopraggiunte in seguito. Tra le prime annoveriamo le patologie malformative dell’osso come la sinostosi o l’emispondilio, che compromettono il normale sviluppo dello scheletro assile e delle curve fisiologiche, mentre tra le seconde traumi o nuove patologie. Per tale motivo una visita specialistica fisiatrica ed eventuali approfondimenti diagnostici sono sempre necessari in caso di persistenza nel tempo della sintomatologia riferita.

 

Quali esami devono essere richiesti in caso di cervicalgia muscolo-tensiva ?

Nella maggior parte dei casi una radiografia in due proiezioni standard è sufficiente per confermare la diagnosi ed escludere patologie importanti. La richiesta delle proiezioni oblique è invece utile per studiare i forami di coniugazione tra le vertebre attraverso i quali decorrono i nervi per evidenziare una possibile riduzione degli stessi, ad esempio nei casi di artrosi avanzata. Solo in casi particolari, come la presenza di una sintomatologia neurologica agli arti superiori come una diminuzione di forza o una riduzione della  sensibilità periferica, è opportuno effettuare su indicazione dello specialista esami aggiuntivi come una risonanza magnetica ( RMN ) o un elettromiografia ( EMG ). L’indagine di patologie internistiche prevede invece iter diagnostici differenti.

 

Il collare è utile ?

Il collare, se consigliato da un medico, dovrebbe essere limitato ai primi giorni dopo un colpo di frusta cervicale e andrebbe rimosso quanto prima con l’evolversi del quadro clinico e con la sua remissione. Il rischio è infatti quello di abituarsi all’ortesi promuovendo un indesiderato decondizionamento della muscolatura cervicale paravertebrale che contribuirebbe nel tempo ad aumentare la fragilità di tale regione anatomica.

 

I farmaci sono utili ?

Poco. I farmaci possono avere qualche utilità inizialmente per trattare la fase acuta o la riacutizzazione del sintomo dolore. E’ opportuno, invece, indagare la causa della cervicalgia per intraprendere un trattamento che sia non solo sintomatico ma anche causale.

 

Quali sono i cardini di un trattamento riabilitativo per la gestione di una cervicalgia di natura osteo-muscolare ?

La forza di un progetto riabilitativo sta nella personalizzazione del trattamento che sarà proposto dal medico specialista fisiatra dopo un’accurata anamnesi e una valutazione funzionale da effettuarsi in sede di visita. Di norma il trattamento prevede esercizi di stretching, rieducazione posturale e tonificazione del cingolo superiore, da effettuarsi prevalentemente in scarico e utili non solo a risolvere il quadro clinico contingente, ma anche a mantenere nel tempo i benefici acquisiti. In tale ottica, fondamentale sarà infatti il ruolo del fisioterapista anche al fine di insegnare al paziente una valida strategia d’esercizio che lo stesso dovrà poi effettuare con costanza quotidiana, al domicilio o in palestra fitness. Particolare attenzione andrà prestata anche all’ergonomia nelle attività quotidiane, nel lavoro e nello sport.

 

Quali consigli igienico-comportamentali è possibile dare ad un soggetto con cervicalgia nel lavoro quotidiano alla scrivania ?

Nel lavoro al pc è bene che il margine superiore dello schermo sia posizionato all’altezza degli occhi e che sia mantenuto un angolo di circa 90° tra braccia e avambraccio, così come tra tronco e coscia e tra coscia e gamba. Ne deriva che per posizionare ciascun soggetto nel modo ottimale è necessario che sia l’altezza della sedia sia quella del tavolo siano entrambi regolabili, così come avviene comunemente nei tavoli da disegno tecnico da architetto. Inoltre, opportune tastiere ergonomiche possono ridurre lo stress del polso in estensione e, quindi, prevenire la comparsa della sindrome del tunnel carpale o di patologie muscolo-tendinee dell’arto superiore così come appositi poggiapiedi possono prevenire disturbi circolatori da postura scorretta prolungata. Infine, è bene che la superficie del tavolo da lavoro sia opaca e non bianca per evitare un inutile affaticamento visivo.